3 DIPINTI DI VAN GOGH | Nell’ultimo romanzo di Murakami

17/05/2019 Off By Tecla
3 DIPINTI DI VAN GOGH | Nell’ultimo romanzo di Murakami

L’assassinio del commendatore è il titolo dell’ultimo romanzo di Haruki Murakami

Uno degli scrittori giapponesi contemporanei più amati al mondo. I suoi libri pullulano di citazioni colte: dalla letteratura alla musica, dalla storia all’arte.

Eccoti 3 descrizioni dei dipinti di Vincent Van Gogh:

1. Autoritratto - 1889

– Al pensiero che si viene dipinti, poco alla volta si ha l’impressione che ci venga portata via l’anima.

– Non portata via, ma spostata da un’altra parte. Che in fondo, se uno ci pensa, è una buona definizione di arte – risposi.

– Spostata in un luogo più duraturo, cioè?

– Certo. Se il ritratto è un’opera d’arte, sì (1).

Nel corso della sua breve avventura artistica Van Gogh si ritrae spesso. Per il semplice fatto che non trova molte persone disposte a posare per lui. Una condizione che lo avvilisce profondamente, perché considera il ritratto il genere principe della pittura.

Durante la sua degenza nel manicomio di Saint-Rémy dipinge sei autoritratti. In quello più famoso, conservato al Musée d’Orsay di Parigi, si raffigura di tre quarti. Il suo aspetto è insolitamente curato ed elegante. Tuttavia dall’espressione del suo viso scorgiamo una forte tensione.

Il dipinto è dominato dal colore azzurro, che immerge il pittore in una luce irreale. La sua pennellata sensitiva è di un livello altissimo. La giacca è risolta a tratti ondeggianti, che raggiungono il massimo dell’espressione nello sfondo. Qui i segni si trasformano in spirali di colore di grande impatto emotivo.

L’Autoritratto parigino è senza dubbio uno dei più drammatici realizzati da Van Gogh. Un’opera che trasmette appieno la dimensione interiore dell’artista, imprigionato in un vortice di angoscia e tormento.

2. Il postino Joseph Roulin - 1888

La memoria può tenere vivo il tempo. E se tutto va bene, l’arte può dare una forma ai ricordi e fissarli. Van Gogh ha fatto vivere fino ai giorni nostri, nella nostra memoria collettiva, un anonimo postino di campagna.

Van Gogh ritrae uno dei suoi più cari amici, Joseph Roulin. Un uomo imponente, alto circa due metri, impiegato ai servizi postali delle ferrovie e feroce oppositore della Terza Repubblica. Infatti l’artista gli fa assumere l’aria del rivoluzionario. 

Il postino Joseph Roulin è ritratto in uniforme con un’espressione seria, mentre guarda dritto verso di noi. Il dipinto è realizzato con una gamma di colori ridotta e contrasti tono su tono. Lo sfondo piatto e i contorni spessi della figura prendono ispirazione dalle stampe giapponesi.

3. Campo di grano con corvi - 1890

Come il postino di Van Gogh, che di certo non è reale, ma a forza di guardarlo si ha l’impressione che respiri; come i suoi corvi – semplici, brusche linee nere – che sembrano davvero attraversare il cielo. Contemplando L’assassinio del commendatore, non potevo fare a meno di ammirare ancora una volta il talento e la forza del Maestro Amada. 

Campo di grano con corvi è considerato il testamento artistico e spirituale di Van Gogh. Lo dipinge pochi giorni prima del suicidio, avvenuto la sera del 27 luglio 1890, quando si spara in campagna con un colpo di pistola. Muore due giorni dopo assistito dal fratello Theo. 

L’opera mostra appieno il dramma esistenziale del pittore olandese. I colori giallo e blu hanno perso la loro nota gioiosa. Le pennellate sono violente e spigolose. La tela è dominata da un’atmosfera cupa carica di inquietudine, accentuata dallo stormo di corvi che si libra nel cielo.

Bibliografia

Note

  1. La citazione riporta il dialogo tra il pittore, protagonista de L’assassinio del commendatore, e il ricco Menshiki. Il testo non si riferisce all’Autoritratto di Van Gogh, bensì al ritratto del postino Joseph Roulin. Tuttavia ho scelto di inserirlo, perché il protagonista di Murakami è un ritrattista alla ricerca del suo stile. 

    Il suo obiettivo è cogliere le caratteristiche formali e psicologiche della persona ritratta, facendo emergere al contempo la propria personalità artistica. Esattamente ciò che faceva Van Gogh nei suoi quadri. Infatti qualunque sia il soggetto raffigurato dal pittore olandese è fortemente introspettivo, proprio come un autoritratto.