In genere la tua pittura è impegnata politicamente?
In realtà no. Ho un orientamento ben preciso e sono abbastanza fedele alla linea, ma non mi impegno sempre politicamente. Fare street art in certi contesti è di per sé un atto politico. Un bravo artista lo è veramente, quando riesce a far provare agli altri le sue stesse emozioni.
L’arte visiva, a maggior ragione la street art, deve essere d’impatto. Il suo scopo è attirare l’attenzione dell’osservatore, immergendolo in un momento di riflessione e di autoanalisi. È importante che l’immagine parli. Un disegno che è solo bello alla fine non ti lascia niente, dopo due minuti l’hai già dimenticato.
Ad esempio mi capita spesso di ripensare alle opere di Blu, di Ericailcane o di Banksy (anche se quest’ultimo ormai è un brand). Non tutti gli artisti hanno la loro potenza comunicativa. C’è a chi non interessa svilupparla e segue solo le regole del mercato.
Per questo sono contrario ai soldi, è chiaro che senza non puoi fare nulla, però se si fa arte solo per i soldi perde spontaneità. L’opera dell’artista non è più anima: diventa un prodotto da scaffale, un oggetto che funziona a livello commerciale e basta!
Fiera di te, 3Vetro ♡ visibilità meritata per un artista che è tale nel cuore, nell’anima e nella sua abilità