A TORINO GLI SCARTI DIVENTANO ARTE

21/03/2020 Off By Tecla
A TORINO GLI SCARTI DIVENTANO ARTE

SCARTI è il progetto artistico di una ragazza appassionata di fotografia analogica (1). Un giorno mette in ordine il suo archivio e si ritrova con centinaia di polaroid da scartare. Ma invece di buttarle le attacca per le strade di Torino, creando un bel fenomeno di interazione.

Leggi l’articolo e scopriamo insieme la sua storia!

SCARTI in giro per Torino

SCARTI nasce nell’autunno del 2019. Una fotografa amatoriale (2) sta ordinando la sua collezione di polaroid insieme a un’amica. Ad un certo punto le due ragazze si rendono conto di aver scartato decine e decine di immagini. E iniziano a chiedersi che cosa farne.

Ci sembrava uno spreco buttarle. Così c’è venuta l’idea di attaccarle in giro per la città. Una foto che a me non serve più, invece può piacere a qualcun altro e creare un bel collegamento (SCARTI).

Quindi si armano di pennarello nero indelebile e cancellano i volti delle persone ritratte. Poi scrivono sulle fotografie la parola SCARTI in lettere maiuscole e le appiccicano negli angoli di Torino.

All’inizio sul retro di ogni scatto compare il nome del profilo IG personale dell’autrice. Ma con il passare del tempo il progetto assume un’identità propria.

Il ruolo della censura

Sul profilo IG di SCARTI leggiamo questa frase: “attacco foto, cancello persone”.

La censura serve a tutelare la privacy della gente che la ragazza ha fotografato nel corso degli anni. Inoltre così le immagini diventano anonime, e quindi universali (3).

Le fotografie cancellate possono piacere a tutti. Non c’è un viso specifico, perciò chiunque può vederci qualcosa (SCARTI).

Che faccio se trovo una foto?

Facciamo un esempio. Stai passeggiando sotto i portici di Torino, quando all’improvviso vedi una foto di SCARTI appesa su una colonna. Ti piace, vorresti prenderla. Ma ti assale un dubbio: “Posso farlo davvero?”. La risposta è sì.

SCARTI è un progetto artistico interattivo che dialoga con il contesto urbano torinese e il grande pubblico di Instagram. Infatti ecco cosa ci dice la nostra fotografa:

Trovare una foto su un muro può essere emozionante, e anche un po’ destabilizzante. Alcuni non le prendono, perché pensano di non poterlo fare. Ma io voglio proprio questo. Mi piace scatenare questo dubbio e amo quando le persone mi scrivono dopo averle prese (SCARTI).

Bibliografia

Note

  1. L’autrice vuole mantenere l’anonimato.
  2. Non sono una fotografa professionista. Nella vita faccio tutt’altro. Faccio foto da anni, perché mi diverte. Mi piace avere una memoria visiva delle cose che mi accadono. Lo trovo bellissimo! (SCARTI).
  3. Alcune delle foto non sono mie, ma sono SCARTI donati. La censura li rende di tutti (SCARTI).