GLI ESORDI DI BLU A MILANO

16/10/2019 Off By Tecla
GLI ESORDI DI BLU A MILANO

Lo street artist Blu debutta a Milano nel 2005 dipingendo nello Spazio P4, sede dell’Urban Edge Show. Il grandioso festival di arte urbana curato da Abner PreisBo130 e Microbo.

Scopri la storia del murale Super Fluo!

Blu e l'Urban Edge Show

Nel 2005 Milano diventa il palcoscenico della cultura underground con The Urban Edge Show. Il più grande festival di graffiti-writing e street art mai organizzato prima in Europa (1). 

L’evento ospita una cinquantina di artisti internazionali. Il suo scopo è celebrare 30 anni di storia dell’arte urbana, mettendo a confronto le tre generazioni attive dal 1970 al 2005.

Durante la manifestazione si distingue un giovane artista: Blu. Oggi conosciuto come il più grande street artist italiano. 

Blu non è ancora famoso, ma riesce subito a conquistare la stima e l’ammirazione di tutti i suoi colleghi. Compreso il grande Shepard Fairey.

Il murale Super Fluo raffigura un ragazzino gigante con la maschera da teschio e il braccio tatuato. Il suo corpo è imprigionato e sospeso a mezz’aria dai cavi delle sue audio-cuffie. Con la mano sinistra cerca di allentare la stretta alla gola, mentre con la destra si porta alla bocca un lecca-lecca a forma di automobile (2).

Tutt’intorno si sovrappongono i pezzi degli altri artisti, creando uno straordinario melting pot di culture, tecniche e stili. 

Il racconto di Microbo

Per dipingere Super Fluo Blu si arrampica sulle impalcature, scegliendo la parte più alta e complessa del padiglione. Ma cosa è successo veramente? Ce lo racconta la curatrice Microbo:

Quando Bo130 ed io abbiamo concepito l’allestimento della mostra, abbiamo suddiviso gli spazi secondo un nostro criterio di selezione e assegnato tali spazi agli artisti […]. L’unico a cui non avevamo assegnato uno spazio era proprio Blu. Questo perché non si poteva costringere Blu a dipingere in uno spazio piccolo come tutti gli altri […], quindi aspettavamo di confrontarci direttamente con lui.

Quando arrivò a Milano nessuno sapeva chi fosse. Era il più giovane tra gli artisti presenti e ancora agli esordi del suo brillante percorso artistico. Venne da noi preoccupato, perché non trovava il suo nome tra gli spazi assegnati. Anche se la sua preoccupazione non era data dal fatto che non ci fosse il suo nome, ma di dover dipingere in pochi metri. Ricordo poi la gioia nei suoi occhi, quando gli spiegammo che, a parte gli spazi assegnati, avrebbe potuto sbizzarrirsi (3).

In questo modo nacque il primo pezzo, il più grande di tutti, il bambino gigante mascherato con il tatuaggio SUPER FLUO, che si lecca la lollypop-car, appeso e strozzato dalle proprie cuffie […].

È stato magnifico e indimenticabile vederlo arrampicarsi tra le impalcature e scegliere la parte più difficile: il tetto e l’angolo. Un posto che nessuno, a quei tempi, avrebbe mai dipinto. Questo suo gesto ha meravigliato tutti. E non solo per le sue azioni spettacolari, che nessuno aveva mai visto fare prima a un artista.

Blu con quella nuova tecnica pittorica – che ha influenzato un’intera generazione – si è conquistato subito il rispetto internazionale dei mostri sacri dell’arte urbana lì presenti. Tant’è vero che, non appena finito il primo pezzo, nacque subito dopo la collaborazione con Obey-Shepard Fairey sul muro dell’altra sala (3).

Cos'è il gigantismo?

La nuova tecnica pittorica di cui parla Microbo si avvale della vernice ad acqua – al posto dello spray – stesa sul muro con rulli e pennelli, legati in cima a un bastone telescopico. 

Questa pratica pittorica è detta anche gigantismo, perché consente di realizzare in poco tempo dipinti murali di grandi dimensioni. E per giunta senza l’aiuto di ponteggi o elevatori (4). Un metodo innovativo che influenzerà presto gli artisti di tutto il mondo (5) e farà conoscere Blu come il più grande street artist italiano (6)

Bibliografia

Naldi, BLU=BLU, in Blu catalogue, HeartfeltGraphic Design Studio, Galleria Patricia Armocida, Milano 18 giugno-25 luglio 2008; De Bernardi, Blu: l’opera murale, tesi di laurea, Accademia Albertina di Belle Arti, Torino giugno 2015, p. 38, fig. 5.24, pp. 89-139; Ciancabilla, The Sight Gallery. Salvaguardia e conservazione della pittura murale urbana contemporanea a Bologna, Bononia University Press, Bologna dicembre 2015, pp. 15-32; Intervista a Patricia Armocida, in Azzarone, Blu a Milano: per un’indagine delle presenze e assenze dell’opera dello street artist di Senigallia, tesi di laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 2017, pp. LXII-LXV.

Note

(1) The Urban Edge Show si svolge dal 25 marzo al 10 aprile 2005 nello Spazio P4 di via Pestalozzi a Milano. Leggi qui il manifesto dei curatori. 

(2) Durante l’Urban Edge Show Blu dipinge 3 murali all’interno dello Spazio P4: Super FluoPlease don’t Feed the Sponsors e The Diver insieme a Shepard Fairey (alias Obey).

(3) La fonte principale di questo articolo è la mia corrispondenza personale con Microbo del 2017. Leggi anche: GLI ESORDI DI BLU A MILANO – Parte 2 e Parte 3.

(4) Ovviamente questo dipende dalle dimensioni del muro.

(5) La diffusione del gigantismo a livello internazionale avviene nel 2007. Quando Blu ed Ericailcane dipingono il murale sulla facciata del PAC di Milano. Clicca qui.

(6) Leggi l’articolo di T. Manco, The 10 best street art works – in pictures, “The Guardian”, 7 agosto 2011. Clicca qui.

(7) La fotografia in copertina e quelle contenute nei paragrafi Blu e l’Urban Edge Show e Il racconto di Microbo provengono dalla pagina Facebook ufficiale del festival. Mentre le altre sono di DEGENEratA ©2019