I CAPITELLI DEL CIELO: LE CIMINIERE

16/06/2021 Off By Tecla
I CAPITELLI DEL CIELO: LE CIMINIERE

Dall’alba della Rivoluzione Industriale le ciminiere delle fabbriche ascendono al cielo come giganteschi capitelli. 

Sono costruzioni colossali che destano stupore e meraviglia nell’Europa del XVIII e del XIX secolo. E che ancora oggi dominano il paesaggio circostante, definendone l’estetica (1).

Ma come nasce e si sviluppa la forma delle ciminiere? 

Leggi l’articolo e scopriamolo insieme!

STORIE DI FERRO, FUOCO E VAPORE

L’aspetto delle ciminiere si evolve gradualmente a partire dalla seconda metà del XVIII secolo. Quando camini dalle forme più disparate iniziano a colonizzare le aree proto-industriali europee. Fino ad omologarsi in poche tipologie ripetitive che seguono 3 criteri fondamentali:

  • il controllo del tiraggio;
  • il perfezionamento delle tecniche costruttive;
  • e l’ideazione di un apparato simbolico.

Questi tre elementi ci hanno permesso di realizzare canne fumarie dalle prestazioni sorprendenti con altezze che superano i 400 metri.

Infatti se nel 1842 la ciminiera del Tennant di S. Rollox sbalordiva i contemporanei con i suoi 132 metri, attualmente il camino più alto del mondo raggiunge i 422 metri (2).

CIMINIERE A PIANTA QUADRATA

Le prime ciminiere con identità architettonica compaiono in Gran Bretagna tra il 1750 e il 1790. In seguito al miglioramento delle tecniche metallurgiche e delle macchine a vapore (3).

Sono strutture tronco-piramidali o scalari, a pianta quadrata e con altezze modeste, stimabili attorno i 20 e i 30 metri.

La maggior parte di questi camini viene utilizzata per il tiraggio dei primi forni a puddellaggio (1784). Che sostituiscono i più antichi forni a riverbero, conosciuti dai grandi maestri del Rinascimento toscano come Benvenuto Cellini Leonardo da Vinci (4).

CIMINIERE A PIANTA CIRCOLARE

A differenza della ciminiera prismatica, quella circolare presenta tre importanti vantaggi:

  • una minore dispersione del calore;
  • un minore volume di muratura a parità di sezione;
  • e una minore resistenza ai venti, che consente di raggiungere altezze maggiori.

Sappiamo che la pianta circolare dei camini compare all’inizio del XIX secolo, ispirandosi all’architettura dei fari.

Di fatto – seppur progettate per contrastare l’impeto delle tempeste marine e fornire un punto di riferimento ai naviganti – queste torri luminose rappresentano un modello imprescindibile per l’estetica della fabbrica (5).

CIMINIERE A SEZIONE OTTAGONA

Ben più grandi altezze vengono raggiunte dalle ciminiere a sezione ottagona. Che permettono di ridurre, ancora una volta, il volume della muratura e la superficie dei camini a pianta quadrata. 

Facciamo un paio di esempi:

  • Nel 1862 il camino delle Acciaierie di Saint Chamond, nella regione francese del Loire, raggiunge i 100 metri. Un’altezza sorprendente se pensiamo che le ciminiere della seconda metà del Settecento non superano i 30 metri.
  • Nella stessa area, cinque anni più tardi, il camino delle Officine Marrel si eleva a 105 metri dal suolo. Oggi la ciminiera non è più attiva, ma esiste ancora. Infatti nel 1992 ottiene la nomina di monumento storico.

ARCHITETTURA TRA SACRO E PROFANO

Come abbiamo visto, la storia delle ciminiere è piuttosto recente. Ma affonda le radici in tempi lontani. Perché fa tesoro delle pratiche costruttive dell’architettura civile e religiosa, che nel corso dei secoli ci ha permesso di innalzare alte torri e imponenti campanili. 

A tal proposito Vito A. Lupo scrive: “Nel Nordeuropa industriale la costruzione di torri gotiche si protrae dal Medioevo fino al termine del 1800 senza soluzione di continuità, fornendo indubbiamente modelli di ingegneria estrema trasferibili in altri ambiti edilizi”.

Artisticamente parlando, la parte del leone è svolta dall’Italia. Un Paese più arretrato nello sviluppo industriale, ma che riesce ad entrare nel cuore del moderno paesaggio inglese. In che modo? Offrendogli numerosi modelli di riferimento per l’estetica della fabbrica.

Infatti con l’Esposizione Universale di Londra (1851) si attiva un processo che porta i costruttori di impianti industriali ad ispirarsi all’architettura gotica e rinascimentale italiana. Fiorentina e senese in particolare (6)

Tuttavia le ciminiere conquistano l’indipendenza stilistica solo a partire dall’ultimo quarto dell’Ottocento. Quando tramonta l’usanza di ispirarsi ai modelli del passato. E la forma dei camini segue – esclusivamente – la funzione. 

L'AMERICA INVASA DAI MAMMUTH

Nei primi decenni del Novecento le ciminiere in laterizio raggiungono altezze incredibili. L’autore di questa magia è un costruttore tedesco di impianti termici. Il suo nome è Alfons Custodis.

A quest’uomo si deve il brevetto e la diffusione negli Stati Uniti di un camino dalle proporzioni gigantesche, inusuali per il continente europeo. Sto parlando del Mammuth. 

L’esempio più eclatante di Mammuth è quello dell’Anaconda Copper Mining Company (1917) nello stato del Montana. Conosciuta anche come Big Stack – con i suoi 178 metri di altezza e 18 di diametro – è probabilmente la più grande ciminiera in muratura mai creata. 

Ma, come dice Vito A. Lupo, “negli stessi anni in cui il costruttore originario di Düsseldorf realizzava le sue opere più impegnative, i primi impieghi del cemento armato aprivano ben più estremi traguardi costruttivi nella progettazione di questi edifici”.

LA RIVOLUZIONE DEL CEMENTO ARMATO

Alla fine arriva lui: il cemento armato. Il materiale che permette di superare di gran lunga le altezze conquistate dagli edifici in mattoni.

Nell’ultimo decennio dell’Ottocento il cemento armato viene applicato nell’erezione delle ciminiere, mostrando subito le sue formidabili potenzialità. Germania, Belgio e Stati Uniti assumono un ruolo guida in questo tipo di costruzioni, realizzate con tecniche diverse.

Ad esempio la tecnica dei camini poligonali brevettata dal belga Leon Monnoyer. Fondata sulla ripetizione modulare di conci auto-bloccanti in cemento armato, assemblati come semplici mattoni in laterizio.

Le ciminiere Monnoyer hanno subito un grande successo. Tanto da diventare fonte di ispirazione per l’architettura industriale di Tony Garnier

Sono leggere, facili da montare e dal design raffinato. Hanno un solo difetto: sono fragili. Ed è questa fragilità strutturale a decretare la loro scomparsa.

In Italia ad esempio la diffusione dei camini Monnoyer viene arrestata nel 1946 dal brevetto della casa genovese Poretti.

Le sue ciminiere hanno un aspetto simile a quelle del collega belga, ma sono molto più resistenti. Infatti possiedono un’ossatura rigida di pilastri in cemento armato, raccordati da travi orizzontali in laterizio. 

I camini Poretti hanno un largo impiego durante la Ricostruzione post bellica e nelle prime fasi del boom economico. Ma negli anni Sessanta vengono soppiantati dalla tecnica del cemento armato gettato in opera con casseri auto-portanti e auto-sollevanti. 

Procedimento che al giorno d’oggi è diventato obsoleto in seguito all’introduzione delle nuove tecnologie nella produzione dell’energia termica.

ALLA CONQUISTA DEL CIELO

Da sempre l’immaginazione dell’uomo ha volato alto alla conquista del cielo.

Dalla biblica Torre di Babele al Faro di Alessandria. Dalle architetture eclettiche dell’Ottocento – come la Mole Antonelliana di Torino – ai primi skyscraper di Chicago. Antenati dei moderni grattacieli hi-tech.

In questa fantastica avventura la storia delle ciminiere rappresenta un capitolo a sé. “Un capitolo tuttora poco indagato, perché oscurato da modelli architettonici ritenuti più nobili (Vito A. Lupo).

Ti è piaciuto l’articolo? 

Se ti va contribuisci al progetto del ratto, anche solo con la cifra simbolica di un caffè. Clicca qui per donare!

Grazie di cuore per la tua generosità!

Bibliografia

Note

  1. La fonte principale di questo articolo è il saggio di Vito A. Lupo, I capitelli del cielo “ritratti di ciminiere”, Settimo Torinese, settembre 2008.
  2. Lo stabilimento chimico Tennant di S. Rollox, detto anche Tennant’s Stalk, sorgeva nei pressi di Glasgow. Il camino viene costruito tra l’estate del 1841 e quella del 1842 da Mc Intyre e disegnato da L. D. B. Gordon e L. Hill. La sua demolizione avviene nel 1922. Mentre il camino più alto del mondo si trova nella centrale termoelettrica di Ekibastusz in Kazakistan. Ed è attivo ancora oggi.
  3. Nello specifico la costruzione delle ciminiere interessa l’area dei distretti minerari tra il Galles e l’Inghilterra.
  4. Leonardo da Vinci e l’alchimista Johann Rudolph Glauber sono i primi ad intuire la necessità di agire sul tiraggio dei camini per migliorare le prestazioni dei forni.
  5. A tal proposito Vito A. Lupo scrive: “In una potenza marinara di prim’ordine quale fu, ai suoi tempi, la Gran Bretagna, il trasferimento dei canoni costruttivi dai fari alle ciminiere deve aver senz’altro avuto carattere di forte continuità; a tal riguardo, la trentennale esperienza teorico/pratica, maturata fin dal 1756 da John Smeaton con la costruzione del terzo faro di Eddystone, deve aver costituito un precedente non trascurabile di conoscenze a cui certamente attinsero i costruttori di ciminiere a cavallo tra Sette e Ottocento”.
  6. Così prosegue l’autore del nostro saggio: “Fra i principali assertori di quello che sarà conosciuto come ‘Italianate Style’ applicato ai camini industriali vi fu sir Robert Rawlinson, un ingegnere civile formatosi alla scuola del leggendario Robert Stephenson. Autore nel 1858 di una raccolta di progetti dal significativo titolo di Designs for factory furnace and other tall chimney shafts“.