LA CITTÀ DI NOTTE COME NON L’HAI MAI VISTA

10/06/2019 Off By Tecla
LA CITTÀ DI NOTTE COME NON L’HAI MAI VISTA

Dal 16 maggio al 15 giugno 2019 evvivanoé esposizioni d’arte di Torino ospita la mostra Notturno. Il progetto fotografico di Livio Ninni che racconta la città in trasformazione. 

Scopri la mostra insieme all’artista!

Notturno

“Notturno” è il titolo della tua personale da evvivanoé esposizioni d’arte di Torino. Raccontaci il tema della mostra?

L’ho chiamata così perché sono tutte fotografie ambientate di notte. È la prima volta che sperimento con la fotografia notturna. Infatti sono opere nuove, realizzate a Torino e Piacenza tra il 2018 e il 2019. 

Le immagini raffigurano scene urbane: edifici abbandonati, fabbriche dismesse e altri scorci in degrado. Sono presenze forti, giganti in ferro e cemento, che incombono sull’ambiente circostante.

Scena urbana e degrado

La tua ricerca è frutto di una lunga esperienza come reporter di arte urbana, quando è cominciata?

Circa 6-7 anni fa. Ho iniziato per passione a fare reportage alle jam e ai festival di graffiti e street art. Poi man mano la cosa ha preso piede. Ho lavorato per un blog e mi sono introdotto nelle fabbriche abbandonate insieme agli artisti. Dopodiché ho continuato ad esplorarle anche da solo. 

In questo modo ho creato un archivio di fotografie sviluppando la mia ricerca sul contesto urbano: non per forza abbandonato, ma sempre in degrado.

A proposito di degrado, tu come lo vedi? Come elemento estetico o come fattore di denuncia sociale?

La mia arte non è proprio una forma di denuncia del degrado urbano, ma non è prodotta solo da un fascino estetico. 

Mi piacerebbe che questi spazi fossero riutilizzati in qualche modo. Io li esploro e li fotografo per dargli un senso tutto mio, una sorta di occupazione.

Città in trasformazione

Le tue opere mostrano le città che cambiano. In esse convivono fotografia e pittura astratta, come le hai realizzate?

La fotografia è la base dell’opera che poi ibrido con varie tecniche e materiali. Per prima cosa trasferisco l’immagine su un supporto, di solito di ferro o legno, dipinto precedentemente a spray (1). Dopodiché aggiungo altri piccoli interventi pittorici. Il risultato finale è un’instantanea della città in trasformazione.

Le forme geometriche fluide, abbinate alla fotografia, mostrano lo scorrere del tempo e l’evoluzione del paesaggio urbano.

Parlaci di un’opera a tua scelta.

La fotografia a cui tengo di più è forse quella della fabbrica di Piacenza. Un colosso industriale con le ciminiere altissime che ho fotografato alle tre di notte in autostrada.

Di solito studio le opere un po’ prima di realizzarle. Per questa fabbrica ho immaginato una grossa macchia rossa sfumata sul nero. Dopo averla dipinta e trasferito sopra la fotografia mi sono reso conto che era perfetta così. Non dovevo aggiungere nulla. Mi capita poche volte, perciò ne vado molto fiero.

Il pubblico

Il compito dell’artista è comunicare un messaggio al pubblico, trasmettendogli sensazioni estetiche ed emotive. Che tipo di reazione ti aspetti dalle persone che visitano la tua mostra?

Di solito chi vede i miei lavori per la prima volta si chiede: “Ma è una fotografia? Come hai fatto?”. Mi piace quando l’opera non è immediatamente comprensibile e il pubblico ha bisogno di tempo per analizzarla. 

Le persone devono avvicinarsi e osservare a fondo il dipinto: la composizione, la tecnica e i materiali. Il bello è proprio quando si pongono tante domande.

FotoZine Residui

Infine parlaci della tua nuova FotoZine “Residui” che presenterai tra poco in galleria.

FotoZine è una rivista autoprodotta che ritrae scene urbane. Un progetto che porto avanti da un paio d’anni e che finora ha prodotto quattro pubblicazioni. Ognuna di esse è realizzata in una città diversa e sempre in collaborazione con un altro artista, di solito writer o street artist.

Questi reportage fotografici sono accompagnati dai testi della scrittrice Flavia De Marco, che ricostruisce le giornate in base ai nostri racconti.

La prima fanzine l’ho fatta a Torino insieme a Fabio Petani; la seconda a Bologna con Dissenso Cognitivo; la terza a Milano con Giorgio Bartocci; e la quarta Residui a Udine con Carne. La prossima vedrà la collaborazione di Reser, uno dei writer storici torinesi (2).

Note

(1) Per la mostra Notturno Livio Ninni usa per la prima volta le lastre di cemento, abbinate a quelle in ferro. Materiali che fanno parte dello scenario urbano.

(2) L’intervista mi è stata rilasciata da Livio Ninni il 30 maggio 2019, durante la presentazione della FotoZine Residui.

(3) Foto courtesy Livio Ninni ©2019.