In questo periodo nascono nuove iconografie. Una di queste riguarda proprio l’invenzione di membra ingigantite, che diventano le protagoniste assolute della composizione. Sono grandi mani e braccia che compiono gesti magniloquenti. Le loro azioni provocano o arrestano eventi all’interno di una narrazione simbolica. Il dito colossale di Abbiategrasso ad esempio mette in scena la forza della natura. La sua rabbia si scatena contro l’edilizia scellerata che prosciuga e inquina le aree verdi.
Gli interventi a favore del rispetto dell’ambiente sono molto frequenti nell’arte di Blu. I suoi wall painting comunicano l’importanza di salvaguardarlo dalla speculazione edilizia. Di solito l’artista affronta il tema in due modi: il primo, denuncia il comportamento dell’uomo che danneggia il pianeta e di conseguenza se stesso; il secondo, come in questo caso, mostra la natura in rivolta contro la civiltà moderna.
I dipinti di Blu traggono sempre ispirazione dal luogo a cui sono destinati. Perciò non c’è da stupirsi che un soggetto simile si trovi sulla parete esterna di uno spazio occupato, che si affaccia su un parco pubblico.
Note
La fotografia in cima all’articolo è del 2006 e fa parte dell’archivio dell’artista (vedi il sito). La seconda invece l’ho scattata io nel 2017 durante la mia ricerca su Blu.
Bibliografia
Blu, Sketch Note-Book: 2004-2007, Studio Cromie, Grottaglie (TA) 2008; Naldi, BLU=BLU, in Blu catalogue, HeartfeltGraphic Design Studio, Galleria Patricia Armocida, Milano 18 giugno-25 luglio 2008; Bandecchi, La street art di Blu, tesi di laurea, Università di Pisa, Pisa 2014, pp. 71-75; De Bernardi, Blu: l’opera murale, tesi di laurea, Accademia Albertina di Belle Arti, Torino giugno 2015, p. 40, fig. 5.26, pp. 89-139; Ciancabilla, The Sight Gallery. Salvaguardia e conservazione della pittura murale urbana contemporanea a Bologna, Bononia University Press, Bologna dicembre 2015, pp. 15-32.