Alexandra Carter ci invita ad assaggiare l’estratto delle bacche. Un liquido dal colore rosso acceso e dal gusto aspro, più inteso del limone, che urta il palato. Ma il sapore cambia improvvisamente, quando l’artista miscela il succo con del buon vino. Il risultato è uno spritzdolce e fruttato, davvero delizioso!
La duplice natura del mirtillo rosso americano è il segreto per comprendere il fascino delle opere in mostra. Ecco come Alexandra Carter descrive la sua arte:
“Il mio lavoro è un’esplorazione della psiche sotto forma di pittura e disegno influenzati dalla stampa, dal collage e dalla performance. Mentre affronto temi di genere, fiaba e mascherata, gioco con il rapporto tra controllo e catarsi, visualizzando il corpo che esce da se stesso, esponendo non solo le budella ma il proprio stato interiore – le proprie emozioni, la propria follia – in un modo che può sembrare sia piacevole sia doloroso” (1).
SUPERFRUTTA!
La mostra si apre con un collage autobiografico. Una parete tappezzata di disegni, dipinti e stampe che illustra il percorso artistico di Alexandra Carter. In particolare l’opera parla della sua infanzia trascorsa in una fattoria di mirtilli rossi del New England. Inoltre contiene numerosi riferimenti all’arte antica e moderna, alla letteratura, alla mitologia, alla danza e al costume.
Un background ricco e variegato che si traduce in una pittura dionisiaca. In immagini erotiche dal disegno viscerale, dove la sensualità del corpo femminile è associata alla forma del mirtillo rosso. Con il succo delle bacche l’artista realizza alcune opere su federe e lenzuola antiche.
Mentre quelle più complesse sono dipinte con l’inchiostro colorato su una carta traslucida e non porosa. Qui Alexandra Carter sfrutta la trasparenza del foglio per creare una sovrapposizione di immagini. Quest’ultima è accentuata anche dalla scelta di allestimento che vuole alcuni dipinti sospesi, come stendardi, alle travi del soffitto.
L’abilità tecnica dell’artista americana è a dir poco stupefacente. Poiché le consente di imitare l’effetto dell’acquarello, lavorando su un supporto difficile. Ma questo non è tutto. Alexandra Carter inventa figure camaleontiche. Moderne sirene che seducono l’osservatore, invitandolo ad avvicinarsi. E così, poco alla volta, le sue immagini appaiono sempre più complesse, rivelando una doppia natura: ironica e sensuale, aggressiva e conturbante.