LA STORIA DELLA NARCISO | Una bella galleria torinese

28/11/2018 Off By Tecla
LA STORIA DELLA NARCISO | Una bella galleria torinese

La Galleria Narciso di Torino vanta un’avventura espositiva lunga oltre mezzo secolo. Nata nel 1960 dal sogno di Amedeo Pinottini, l’attività viene proseguita dai due figli, Elio e Marzio, fino al 2012. Dopo una chiusura di quattro anni, durante la quale scompaiono entrambi i fratelli, nel 2016 la galleria riapre con uno spirito tutto nuovo. Ora la direzione è affidata a Maria Flora, figlia di Marzio Pinottini, sotto la guida della madre Sally Paola Anselmo.

La Galleria Narciso

La Galleria Narciso apre il 30 aprile 1960 a Torino. Il suo fondatore Amedeo Pinottini è un costruttore edile che decide di intraprendere una nuova professione mosso dalla passione per l’arte. Ciò avviene nonostante sia a capo di un’azienda di successo che raggiunge l’apice durante la seconda guerra mondiale. In quel periodo infatti egli inventa un mattone formato da blocchi di pomice e cemento (1). Un brevetto a cui deve il titolo di Commendatore della Repubblica (2).

Terminata la guerra Amedeo Pinottini, già assiduo collezionista, consolida i legami con l’ambiente artistico torinese. Stringe amicizia con importanti figure del tempo. In particolare con il pittore Giovanni Guarlotti e lo scultore Mino Rosso che gli affidano le loro opere, oggi proprietà della Galleria Narciso. 

La carriera edilizia del commendatore prosegue fino al 1958, quando un malore causato dal troppo lavoro lo costringe ad abbandonarla. È proprio durante l’anno di convalescenza che decide di aprire la galleria d’arte. Un’attività lavorativa, a suo dire, meno faticosa e che avrebbe garantito un impiego stabile ai suoi due figli. 

Una sede splendida

Come sede per la sua galleria Amedeo Pinottini individua gli ambienti del vecchio Circolo Biellese. Questo si trovava al piano nobile del palazzo storico in piazza Carlo Felice 18, vicino alla stazione di Porta Nuova. Lo spazio interno era piuttosto sacrificato, perché suddiviso in piccoli locali adibiti a uffici. Dopo un lungo e paziente restauro il commendatore riporta le tre sale di rappresentanze, con gli stucchi e soffitti dorati, al loro aspetto originario.

Ancora oggi chi oltrepassa la soglia della Narciso ha l’impressione di trovarsi all’interno di un appartamento privato. Le opere d’arte, collocate tra i mobili e le suppellettili antiche, trasmettono il calore di un ambiente familiare. E per il collezionista è più facile immaginare la disposizione dei pezzi nel proprio salotto.

La famiglia Pinottini

La Galleria Narciso nasce come società (S.n.c.) a gestione familiare, dove ogni membro ha un ruolo ben definito. Amedeo Pinottini affida alla propria moglie, Caterina Narciso, il compito di accogliere i visitatori. Inoltre le dedica il nome della galleria seguendo, così pare, il suggerimento del pittore Felice Casorati. Il suo primogenito Elio svolge gli incarichi amministrativi e di segreteria. Il figlio Marzio invece lo affianca nella direzione dell’attività, consigliandolo nelle scelte estetiche, culturali e commerciali. 

Il prof. Marzio Pinottini, allora studente in Filosofia, si dedica fin da subito alla professione di gallerista e di critico d’arte esordiente. Sono di sua mano infatti le prime presentazioni a catalogo delle mostre siglate “Galleria Narciso”. Il suo testo di debutto lo scrive in occasione della mostra inaugurale e ottiene un grande successo nell’ambiente artistico torinese. Quest’ultimo nel 1966 gli conferisce l’onore della firma, che da quel momento diventa una garanzia di prestigio per la galleria. 

Aspetti dell'arte torinese

Le parole di Marzio Pinottini che introducono la mostra d’esordio Aspetti dell’arte torinese mettono in chiaro la politica culturale della Narciso:

«È nostro intento focalizzare tutti quei fenomeni che vanno sotto il nome di “manifestazioni d’arte”, sicuri che una tale denominazione possa offrire una sufficiente garanzia» (3).

Lo scritto esprime appieno l’orientamento eclettico della galleria, fiduciosa nella pluralità delle espressioni artistiche. Si cimenta infatti in numerosi settori: dalla grafica all’illustrazione, dalla pittura alla scultura, dall’artigianato al design. 

Questa impronta deve molto alla personalità di Luigi Carluccio. Il critico diventa il mentore del giovane Marzio Pinottini, aiutandolo ad affinare le sue capacità di analisi delle opere d’arte.

Un insegnamento che gli trasmette “un’ispirazione di studioso tra l’esegeta e il pioniere” (4).

Infatti il suo principale interesse è quello di riscoprire quelle figure e tendenze artistiche dimenticate o trascurate dagli storici e dai critici d’arte.

Aspetti dell’arte torinese apre al pubblico il 30 aprile 1960. È una mostra dedicata all’arte piemontese tra il 1850 e il 1950. Ed è introdotta a catalogo da Luigi Carluccio, che parla di “continuità” tra i grandi nomi del passato e quelli contemporanei. Si tratta in ogni caso di artisti storicizzati, ma riletti con un occhio nuovo e più attento a valorizzarli (5). 

Infine la rassegna ha il compito di introdurre i due grandi filoni tematici seguiti dalla Galleria Narciso: l’Ottocento italiano e il Novecento internazionale. Il primo riguarda la riabilitazione dei maestri italiani del XIX secolo all’interno del panorama artistico europeo. Grande attenzione è data ad esempio all’opera dei Macchiaioli toscani e dei Paesisti piemontesi. Il secondo si concentra soprattutto sull’arte italiana degli anni ’20 e ’30 del XX secolo. Dopodiché supera i confini nazionali con l’Espressionismo, il Dadaismo, il Surrealismo e le varie tendenze astrattiste.

Note

(1) I blocchi erano fabbricati in uno stabilimento chiamato Eliobeton a Montaldo di Castro, vicino Civitavecchia. Il suo nome deriva dalle Isole Eolie, dove Amedeo Pinottini estraeva la pomice. La sua azienda si occupava di tutte le fasi della costruzione edilizia: dalla scelta delle materie prime al progetto architettonico vero e proprio.

(2) Tale onorificenza fu attribuita ad Amedeo Pinottini per essersi distinto in campo lavorativo.

(3) Marzio Pinottini, Aspetti dell’Arte Torinese, Galleria Narciso, Torino 30 aprile-15 maggio 1960.

(4) Linda Azzarone, Intervista a Marzio Pinottini, Torino 8 ottobre 2013.

(5) Luigi Carluccio, Aspetti dell’Arte Torinese, op. cit.

Foto di Elena Azzarone, 2012