L’evento prende il nome dall’opera realizzata dallo scultore Andrea Famà e dall’architetto Danilo Marcuzzo. Quest’ultimo ci racconta la genesi del cupo treno di cemento: pesante come il passato che si ripete inesorabile.
Concrete Train
Com’è nata l’installazione “Concrete Train” in ricordo della tragedia dell’Olocausto?
L’idea è stata quella di dare, anche noi come associazione, un piccolo contributo alla Giornata della Memoria. Il 27 gennaio è una ricorrenza che dovrebbe assumere un’importanza sempre maggiore. Questo non per ricordare un passato polveroso che non ci riguarda, ma un passato che ritorna ogni giorno.
Per questo motivo, Andrea Famà ed io, abbiamo creato un treno che sorregge dei blocchi di cemento. Un treno che porta un forte peso e continua a girare su se stesso. Infatti ancora oggi si verificano persecuzioni in ogni parte del mondo. Esistono tanti “olocausti” di cui non ha notizia oppure di fronte ai quali chiudiamo gli occhi e facciamo finta di niente, mossi da interessi economici e politici.
Il senso dell’opera Concrete Train è dunque quello di un passato che si ripete, ma che serve alle nuove generazioni per costruire un futuro migliore.
Location
Per esporre l’opera avete aperto lo studio degli artisti dell’associazione. Parlami dell’allestimento.
Sì, per la prima volta abbiamo aperto le porte della parte “più intima” di Quasi Quadro. L’allestimento è stato scelto per rafforzare l’idea della polvere del passato che si accumula.
Inoltre vuole mostrare al pubblico come è fatto realmente lo studio di un artista, in questo caso di uno scultore. Con la polvere sul pavimento, con gli strumenti di lavoro posati sul tavolo e le opere coperte dai teli.
Making of
Il treno regge quattro blocchi di gasbeton. Un cemento leggero che tuttavia ha un peso specifico importante. Come l’avete progettato?
Infatti non è stato facile settare tutto il sistema per fare in modo che funzionasse. Ci abbiamo lavorato non poco. Per prima cosa abbiamo smontato i pezzi di un trenino giocattolo. Dopodiché abbiamo bilanciato i pesi di cemento e gli ingranaggi della rotazione per consentire al treno di muoversi.
Un altro aspetto fondamentale di Concrete Train è la luce. Non volevamo un’illuminazione dall’alto, bensì una luce che fosse a scala umana. Perciò abbiamo illuminato il treno dal basso di modo che proiettasse delle ombre lunghe in movimento. Ombre che diventano parte integrante dell’opera stessa.
Note
Durante il periodo della mostra si prevedono attività educative per scuole di ogni ordine e grado, università e interessati.