UNA CREW DI WRITER VISIONARI | Il Gruppo OK in mostra a Torino

12/04/2019 Off By Tecla
UNA CREW DI WRITER VISIONARI | Il Gruppo OK in mostra a Torino

Dal 21 marzo al 30 aprile 2019 la Docks 74 Art Gallery di Torino è lieta di presentare la prima retrospettiva del Gruppo OK. Una crew di writer, sorta nei primi anni 2000, che ha rivoluzionato il movimento dei graffiti in Italia.

Gruppo OK fa parte del ciclo di mostre, organizzate da Il Cerchio e le Gocce, la cui missione è documentare le figure artistiche che hanno fatto la storia del graffiti-writing dagli anni ’90 in poi. Sono artisti attivissimi nel panorama italiano e in quello internazionale. Personalità di spicco che nessuno si è preso ancora la briga di studiare.

La Docks 74 Art Gallery vuole colmare questa lacuna attraverso un approccio installativo di fotografie e bozzetti del passato accanto a lavori recenti. Di fatto la mostra è un collage ideato da Mister Mondo e Dr. Pira, due membri di spicco della crew. I due artisti hanno tappezzato le pareti della galleria con immagini storiche del Gruppo OK e disegni realizzati apposta per l’esposizione.

La storia

Correva l’anno 2000 quando, al termine una grandiosa jam di graffiti, nasce il Gruppo OK. In quell’occasione si uniscono i membri della PRC, una crew di Alessandria, con quelli della AKS del Lodigiano. L’evento è ricordato così dagli artisti:

“Il clima di inizio millennio, l’aria di feste e l’abbondanza di Bombolette ha ispirato i due gruppi a unirsi in una forma diversa: non era più l’epoca della sopravvivenza, dove le Crew dovevano proteggersi l’una contro l’altra per assicurarsi cibo, spray e allevamenti di treni da dipingere”.

Infatti per loro non conta la bravura tecnica nel dipingere e un lungo curriculum di graffiti.

“Il requisito fondamentale per essere del Gruppo OK era la simpatia”. 

Gli artisti

In breve tempo il gruppo si allarga includendo, oltre ai soci fondatori Dem, Blyz, Suede (alias Dr. Pira), Emon (alias 108), anche Mister Mondo, Peio, Cook, Mine, Punto, Elpho, Shark, Koma e Kane. Inoltre da Berlino si aggiungono Dire, Rambo e Ruph, membri della crew ESC, e Ansam di Norimberga. Poi è il turno di altri artisti italiani: Alfano, Aris, Spot e altri. Impossibile contarli tutti.

L’origine stessa del nome della crew “Perché io sono OK, tu sei OK”fa parte della loro goliardia. Il punto forte di questi artisti è l’amicizia e il gusto di dipingere divertendosi, senza prendersi troppo sul serio.

Uno stile visionario

I membri del Gruppo OK sono importanti a livello storico, perché hanno portato una ventata di novità e freschezza nel mondo dei graffiti. Un ambiente allora carico di stereotipi e dai canoni molto rigidi. 

Sono stati i primi a fare dipinti un po’ naïf, sperimentando con il figurativo e le forme astratte. In questo modo sono riusciti a distorcere il graffito classico: invece di disegnare in wildstyle newyorkese (con migliaia di frecce, loop, incastri e virgolette) hanno sviluppato forme alternative alle lettere. Lo stile, tutto italiano, del Gruppo OK è poi sfociato nelle varie declinazioni della street art. In particolare nel muralismo e nei post-graffiti

Alcuni di loro sono diventati artisti riconosciuti a livello internazionale. Ad esempio 108 e Aris sono approdati alla pittura astratta; Dr. Pira è diventato famoso per i suoi Fumetti della gleba; e Dem (insieme a Blu, Ericailcane e Run) ha rilanciato il muralismo in Italia. Altri invece hanno continuato a fare writing duro e puro.

La fanzine

La fanzine del Gruppo Ok, edita da Il Cerchio e le Gocce per la mostra torinese, è uno straordinario esempio della loro arte. Tant’è vero che si distingue dalle tradizionali riviste di graffiti. Invece di contenere solo le fotografie delle opere, accompagnate di rado da brevi didascalie, presenta un testo introduttivo che racconta la storia della crew e altri paragrafi ironici scritti dagli artisti.

La volontà del Gruppo OK di documentare il proprio percorso artistico dovrebbe farci riflettere sul concetto di effimero. Si dice che l’arte urbana non è fatta per durare. Ma se è vero che il graffito nasce per essere dipinto, fotografato e infine lasciato in balia del destino, è anche vero che non deve essere dimenticato. 

Le immagini non bastano per documentare la storia del graffitismo. La pittura è un’arte muta, quindi per farla parlare bisogna darle voce.

Note

(1) Le fonti di questo articolo sono l’intervista a Corn79 (11 aprile 2019), curatore della Docks74 Art Gallery di Torino, e la fanzine del Gruppo OK, IO SONO OK, TU SEI OK, Il Cerchio e le Gocce, 2019.

(2) Le fotografie della galleria scorrevole e l’immagine di copertina sono state scattate durante l’inaugurazione della mostra. Photo Courtesy Il Cerchio e le Gocce ©2019.