Quindi è la prima volta che sperimentate con l’installazione?
Sì, è il nostro primo progetto installativo. Dato che la Docks 74 vuole aprirsi anche a questo tipo di linguaggio, abbiamo deciso di presentare l’arte urbana da un altro punto di vista. Le pareti dello spazio sono coperte da pannelli luminosi da cui emergono le sagome di una foresta in controluce. Sul tavolo al centro della sala ci sono due installazioni: piante decorate con i nostri elementi tipici.
Nell’opera di Fabio ci sono gli alberi, figure che ritornano spesso nelle sue tele. Invece i miei segni si ispirano al comportamento delle piante, e in particolare al rapporto che hanno con gli esseri umani.
La mia pittura è gestuale e istintiva. Inoltre è condizionata da fattori esterni. Ad esempio segue la direzione della luce, proprio come le piante. Queste ultime infatti si muovono, anche se non ce ne rendiamo conto. E non solo: le piante percepiscono i suoni, la gravità, l’umidità e comunicano tra di loro attraverso gli odori. Sono ancorate a terra, eppure reagiscono agli stimoli come facciamo noi.